Accesso radiale nella PCI: la scelta preferita negli Stati Uniti secondo i dati 2013–2022

L’adozione dell’accesso radiale per l’intervento coronarico percutaneo (PCI) negli Stati Uniti ha compiuto un notevole progresso negli ultimi dieci anni, diventando la modalità preferita in tutte le indicazioni cliniche. È quanto emerge da un’analisi retrospettiva pubblicata sull’European Heart Journal, basata sui dati del National Cardiovascular Data Registry (CathPCI Registry), che ha esaminato oltre 6,6 milioni di PCI effettuate tra il 2013 e il 2022.

Secondo lo studio, la percentuale di procedure eseguite con accesso radiale è passata dal 20,3% nel 2013 al 57,5% nel 2022, con un incremento uniforme su tutto il territorio nazionale e in tutte le presentazioni cliniche, compresi i pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI), in cui si è registrato l’aumento relativo più marcato.

Per valutare la sicurezza comparativa tra accesso radiale e femorale, i ricercatori hanno impiegato l’analisi con variabile strumentale, sfruttando la variabilità nelle preferenze operatorie come strumento di inferenza causale. Su un totale di oltre 2,4 milioni di PCI che hanno soddisfatto i criteri di inclusione per questa analisi, l’accesso radiale si è associato a una riduzione significativa della mortalità ospedaliera (differenza assoluta di rischio -0,15%; IC 95%: -0,20 a -0,10), delle emorragie maggiori nel sito di accesso (-0,64%; IC 95%: -0,68 a -0,60) e delle altre complicanze vascolari gravi (-0,21%; IC 95%: -0,23 a -0,18). Tuttavia, è emerso un lieve incremento del rischio di ictus ischemico (+0,05%; IC 95%: 0,03–0,08). Non sono state riscontrate differenze significative negli endpoint di falsificazione come le emorragie gastrointestinali o genitourinarie.

Questi risultati confermano la superiorità clinica dell’accesso radiale nella pratica contemporanea, giustificando il suo impiego prioritario anche negli Stati Uniti, in linea con le raccomandazioni delle linee guida internazionali.

European Heart Journal, ehaf426, https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehaf426

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